BAR TENEBRE
“ Ma tra quelli che in paese restano tagliati fuori da una Compagnia, i brutti, gli introversi, gli scarsi, i più si accorgono poi nella prima maturità di non possedere un altro sistema di valori da opporre a quello delle Compagnie, e se non vogliono arrendersi, restando forse per sempre povera gente (scapoli imbelli, comici mariti), devono tentare alla disperata una marcia di avvicinamento. Se ne vedono, di questi sbandati e ritardatari, mettersi a marciare sui diciotto, sui venti, anche sui venticinque anni, e in certi casi estremi anche più tardi. La verità e la vita sono laggiù, dove la Compagnia si scapriccia pigramente, senza sforzi, come oziando. Qui c'è la polvere e l'ansia: gli sbandati col volto sudato s'allenano pazientemente a bestemmiare, a bere, a dirompere pollastre, a sedurre; e marciano, marciano, di giorno e di notte.“
Luigi Meneghello, Libera nos a Malo, Rizzoli, pg.156